venerdì 29 maggio 2009

Introduzione


Anoressia e bulimia, prima causa di morte per malattia fra le giovanissime


Le due patologie interessano fra le 150 e le 200 mila donne nel nostro Paese

Anoressia e bulimia rappresentano la prima causa di morte per malattia tra le giovani italiane di età compresa tra i 12 e i 25 anni, un vero allarme socio-sanitario, colpendo oggi circa 150/200mila donne. «I disturbi del comportamento alimentare sono patologie gravi, invalidanti e con elevato indice di mortalità», ha spiegato Roberto Ostuzzi, presidente della Sisdca, Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare, che al Policlinico Umberto I di Roma ha presentato le nuove statistiche su anoressia e bulimia nervosa.

lunedì 18 maggio 2009

COSA SONO L' ANORESSIA E LA BULIMIA?

Vi è una malattia della quale i mass-media sono costretti ad occuparsi, con sempre maggior frequenza, per le conseguenze tragiche cui spesso conduce. Questa consiste nell’anoressia nervosa un grave disturbo alimentare che il Ministero della sanità, già da alcuni anni, ha stabilito venisse considerata una vera e propria epidemia. Essa, al pari dell’AIDS e delle tossicodipendenze, miete numerose vittime soprattutto fra i giovani.

1. PAURA DEL CIBO
Anoressia letteralmente significa "senza appetito", ma in realtà il malessere è qualche cosa di molto più serio e preoccupante di una semplice inappetenza in quanto può degenerare in una vera e propria repulsione ossessiva nei confronti del cibo; nei casi più gravi può produrre uno stato di pericolosa malnutrizione e anche la morte. L’anoressia può essere conseguente ad alterazioni metaboliche prodotte da malattie di varia natura come gastriti, intossicazioni o alcune forme di tumore ma può anche manifestarsi sotto forma di nevrosi e si parla in questo caso di "anoressia nervosa", detta anche “anoressia mentale”. Oggi è proprio sotto questa forma che si presenta più di frequente.
L’anoressia nervosa è comune soprattutto nelle ragazze (l’età più critica va dai 12 ai 25 anni), la stragrande maggioranza delle quali non è sposata (oltre l’85%). Fino ad alcuni anni addietro la malattia era stata sottovalutata pensando che si trattasse di semplice depressione o di un disturbo comportamentale legato all’assunzione del cibo: solo di recente si è compreso invece che si era in presenza di una vera e propria malattia psichiatrica che andava affrontata con terapie molto complesse le quali dovevano coinvolgere sociologi, psicologi, neurologi, dietologi e gli stessi familiari.
La patologia si sviluppa in genere a partire da un’immagine distorta del proprio corpo che si percepisce sempre come inadeguato e, in particolare, costantemente in condizioni di soprappeso. Alcune adolescenti, temendo di non ricevere l’approvazione dagli altri, cominciano allora a rifiutare il cibo e a praticare un esercizio fisico esagerato nel tentativo di bruciare calorie. Il fenomeno è in espansione: se fino a poco tempo fa riguardava solo la categoria sociale medio alta, ora esso investe anche i ceti più bassi. Anche la fascia di età si è notevolmente allargata coinvolgendo, negli ultimi tempi, anche le bambine in età pre-puberale e le donne mature.
L’anoressia nervosa non è tuttavia un disturbo tipico del nostro tempo ma affonda le radici già nel Medioevo, quando molte donne raggiunsero la santità proprio imponendosi un distacco implacabile e assoluto verso ogni bisogno terreno, compreso quello del cibo necessario alla sopravvivenza. A quel tempo tuttavia la privazione non era considerata una pratica igienica o rivolta a fini estetici ma piuttosto un tirocinio spirituale e fisico che procurava la perfezione interiore. In quel caso la rinuncia voluta ed estrema del cibo non era anoressia, ma ascesi, ossia un sacrificio indispensabile per incontrare Dio. Anche Sissi la bella e irrequieta moglie di Francesco Giuseppe, imperatore d'Austria, molto probabilmente soffriva di anoressia nervosa accompagnata (come riferiscono le cronache del tempo) da un’eccessiva e frenetica attività fisica.
Non è facile prevenire la malattia perché svariate sono le cause che la provocano compresa, secondo alcuni, la predisposizione genetica. In genere insorge in persone sane e, come abbiamo detto, colpisce soprattutto le giovani donne, con un rapporto di 10 a 1 rispetto agli uomini. Spesso le ragazze anoressiche sono state bambine remissive e ubbidienti, perfezioniste e scrupolose, specialmente nel rispetto delle norme igieniche. Ad una certa età queste bambine, divenute adolescenti, influenzate forse anche dalla moda che propone la magrezza quale canone di bellezza assoluto, convinte così di essere più apprezzate dall'altro sesso, cominciano a limitare l'assunzione del cibo, fino al rifiuto totale e all'annientamento. Si inizia, in genere, con una dieta dimagrante sollecitata da un problema, forse reale, di soprappeso. Poi, però, a questo primo tentativo, segue una vera e propria ossessione per il controllo del peso e il terrore dell’obesità anche quando risulti evidente la progressiva magrezza corporea. Chi soffre di anoressia non si accontenta mai del proprio aspetto fisico, non raggiunge mai la forma desiderata e nonostante tutti i sacrifici e le privazioni alla fine il risultato è sempre lo stesso: delusione, insoddisfazione, depressione. Spesso l’anoressico non vuole rendere palese il suo tormento e in presenza di estranei assume regolarmente gli alimenti, che poi però, di nascosto, rimette. Con l’aggravarsi della malattia il vomito avviene spontaneamente, a volte anche solo alla vista del cibo.
L’anoressia nervosa, può causare anche gravi disfunzioni fisiologiche quali, ad esempio, vulnerabilità alle infezioni e squilibri ormonali che conducono ad irregolarità nel ciclo mestruale e, in fasi più avanzate della vita, anche all’osteoporosi a causa dell’insufficiente introito di calcio e di altri sali minerali. I ripetuti episodi di vomito creano inoltre acidità che nel tempo può corrodere i denti e la mucosa dell’esofago. Infine, all’anoressia, possono essere associati disturbi della sessualità per il fatto che il partner non viene più visto come un compagno, ma come un antagonista al quale si deve dimostrare di essere migliori di lui. La malattia può sfociare anche in forme depressive che compromettono i processi mentali i quali tuttavia ritornano normali se l’affezione si risolve e il peso corporeo viene ripristinato. Si calcola che in un 5% dei casi l’anoressia nervosa abbia purtroppo esito fatale.
Una stima precisa del grado di diffusione della malattia, presente ovviamente solo nel mondo industrializzato, non è facile in quanto molte delle persone affette da anoressia nervosa, soprattutto se ragazze, non si rivolgono direttamente ad un medico. Le anoressiche al mondo (il Giappone ha il record di queste sindromi) sembra siano alcuni milioni e in Italia si calcola che ogni anno almeno 6.000 persone si ammalino di questo disturbo, ma per fortuna molte guariscono. Si tratta come abbiamo detto per lo più di giovani donne che vengono descritte di intelligenza superiore alla norma i cui comportamenti sintomatici non possono essere attribuiti semplicemente a cattive abitudini o a suggestioni che provengono dal mondo esterno, che pure giocano un ruolo importante, ma all’insorgenza di una vera e propria malattia di origine psicologica che nasce da carenze affettive e da conflitti interni. Fra gli elementi determinanti figurano anche i rapporti con gli altri: gli squilibri infatti sono originati spesso dalla difficoltà nei rapporti sentimentali, nei legami affettivi, nelle semplici amicizie e dalla scarsa adesione al nucleo familiare. Si è notato, ad esempio, che modificazioni degli equilibri familiari come perdite affettive e separazioni possono essere la causa scatenante di questa malattia.
A volte la responsabilità di questa patologia alimentare dei figli viene fatta ricadere sui genitori per il comportamento troppo assillante e invadente delle madri e troppo assente dei padri. Le madri che si trovano ad affrontare questo problema in genere si sono preoccupate molto dei figli, ma non hanno percepito ciò di cui avevano effettivo bisogno: è mancata spesso da parte loro la vicinanza emotiva, il calore, il contatto corporeo mentre si sono spesso mostrate assillanti verso altre problematiche. La figura paterna, spesso affermata nel lavoro, aveva riposto invece grandi aspettative sui figli. Tutto questo rende ancora più complicato l’intervento terapeutico.

2. UNA MALATTIA SIMILE ALL’ANORESSIA: LA BULIMIA
Un’altra malattia legata al disordine alimentare è la bulimia (letteralmente "fame da bue"). Si tratta di una patologia solo apparentemente opposta all'anoressia, con la quale in realtà ha molte analogie. La bulimia consiste sostanzialmente in un'incontrollabile necessità di ingerire grandi quantità di cibo che poi, però, si tenta di neutralizzare attraverso comportamenti indirizzati a prevenire aumenti di peso. Queste grandi abbuffate creano soprattutto nelle donne giovani, forti sensi di colpa e quindi il bisogno di liberarsi al più presto di tutto ciò che si è ingerito, attraverso le cosiddette “condotte di eliminazione” che consistono nel vomito autoindotto, nell’uso frequente di clisteri e nell'assunzione esagerata di purghe o di altri farmaci.
L'iperalimentazione, seguita da vomito volontario, era già praticata dagli antichi romani i quali, stravaccati sulle alcove, ingerivano grandi quantità di cibo e di vino che poi vomitavano volontariamente per continuare a mangiare e a bere senza sosta. In realtà, più che bulimici questi personaggi erano dei crapuloni, cioè delle persone che mangiavano e bevevano smodatamente e disordinatamente. La bulimia propriamente detta compare solo alla fine dell’Ottocento sotto forma di nevrosi, associata spesso a casi di anoressia mentale.
A differenza dell’anoressia, essa può passare inosservata in quanto non influisce sull’aspetto esteriore delle persone: l'ammalato di bulimia infatti non mostra evidenti modificazioni di peso, perché una sufficiente quantità del cibo ingerito viene comunque assimilato dall’organismo. Lady Diana, la sfortunata moglie del principe Carlo d’Inghilterra, aveva confessato con molta naturalezza di soffrire di bulimia, una nevrosi che si portava dietro dall’età adolescenziale e che, presumibilmente, si era aggravata durante il difficile matrimonio con Carlo.
I fattori che favoriscono l'apparire di questa malattia sono gli stessi dell'anoressia nervosa: la preoccupazione ossessiva di ingrassare associata ad una percezione distorta del proprio aspetto fisico. In entrambe le patologie ad un disturbo primario di natura psichica si accompagnano e si mescolano alcune alterazioni metaboliche e ormonali che conseguono allo stato di denutrizione.
Anoressia e bulimia a volte possono essere osservate nella stessa persona, come nel caso di una nota giornalista sportiva che ha confessato nella trasmissione del "Maurizio Costanzo show" di aver sofferto di entrambi i disturbi e di esserne uscita non senza fatica.
In molti casi è estremamente difficile guarire da queste situazioni morbose che, come abbiamo visto all'inizio, si possono anche concludere tragicamente. Infatti se da un lato è chiaro che si tratta di patologie che rientrano nell'area di competenza della psichiatria e della psicologia, dall'altro presentano ampie zone di intersecazione con altri settori della medicina e quindi esigono, per la loro soluzione, un approccio multidisciplinare che coinvolga medici, psicologi, assistenti sociali, esperti della educazione alimentare e, naturalmente, la stessa famiglia. Tutte queste persone dovrebbero poter operare, in uno sforzo comune, all'interno di strutture adeguate che qui da noi, purtroppo, sono ancora piuttosto carenti.
La bulimia insorge verso i 18-19 anni, quindi mediamente un po’ più tardi dell’anoressia, ma più della metà delle donne diagnosticate anoressiche sono anche bulimiche. Si calcola che ogni anno nel nostro Paese oltre 10 mila persone si ammalano di bulimia, mentre le anoressiche e le bulimiche croniche si stima siano 65.000. Un progetto pilota è stato attivato da poco tempo nella Regione Veneto con due centri di diagnosi e cura che prevede anche terapie di lungo termine in collaborazione con le Università di Verona e Padova. Le strutture sono organizzate in modo da rendere l’ambiente terapeutico il più confortevole possibile: niente corsie di ospedale, ma stanze e cucine autonome in modo da consentire alle ragazze di riassaporare il piacere di cucinare e di mangiare. I primi risultati sembrano incoraggianti tanto che il Piano sanitario nazionale si propone di realizzare almeno una comunità terapeutica in ogni Regione.

3. LE NUOVE PATOLOGIE ALIMENTARI
Non sempre il mangiare esagerato porta con sé sensi di colpa che inducono al vomito. In alcuni casi assistiamo ad “abbuffate compensative”, cioè ad una introduzione esagerata di cibo fatta in modo consapevole e favorita da una scarsa conoscenza dei problemi alimentari e dalla sottovalutazione dei rischi collegati ad un consumo sconsiderato di alimenti. Per alcuni individui socialmente frustrati il piacere di mangiare costituisce una compensazione e una gratificazione in sé. Si stanno diffondendo due nuove patologie i cui effetti sono altrettanto devastanti quanto anoressia e bulimia nervosa: la Binge eating, cioè mangiare fino a scoppiare senza rigettare forzatamente il cibo e la Night eating che consiste nello svuotare di notte il frigorifero. Del primo disturbo soffrono il 30% delle donne che si rivolgono al dietologo, mentre del secondo è stato vittima fra gli altri Paolo Villaggio il quale, come lui stesso ha dichiarato, di notte si sentiva come un drogato di calorie in crisi di astinenza e quindi era indotto alla ricerca spasmodica di cibo.
Ultimamente sul panorama delle alterazioni del comportamento alimentare è comparso un ulteriore nuovo disturbo dietetico che colpisce la media borghesia dei Paesi industrializzati portandola alla fame nella ricerca ossessiva di cibi genuini e naturali. La nuova malattia, a cui è stato dato il nome di ortoressia nervosa, si è sviluppata inizialmente in America in seguito alla diffusione del cibo transgenico, ma poi si è diffusa anche in Europa trainata dalla psicosi da mucca pazza.
Tutti sanno che mangiare sano fa bene ma quando la ricerca di cibi puri, organici e totalmente genuini diventa un’ossessione non si tratta più di un fatto legato all’igiene e alla salute, ma di una vera e propria malattia. E come gli anoressici e i bulimici sono ossessionati dalla quantità di cibo che ingurgitano, gli ortoressici sono preoccupati della qualità.
La ricerca di cibi genuini diventa una malattia, un disturbo dietetico, quando la corsa al naturale comincia ad avere un impatto negativo nella vita di tutti i giorni, quando cioè si preferisce arrivare alla fame piuttosto che consumare “cibi impuri o contaminati”. Gli ortoressici non si rendono conto dei rischi che corrono ma anche loro mettono in pericolo la salute riducendo drasticamente nella dieta l’apporto vitaminico e di sali minerali con conseguente avitaminosi, e modifiche della pressione arteriosa e osteoporosi.

martedì 12 maggio 2009

Il cattivo esempio dei vip

La modella brasiliana Ana Carolina Reston lavorava per alcune delle più importanti agenzie di moda di New York. Ana Carolina è morta. A soli 21 anni. L'ha uccisa l'anoressia. Al momento del decesso pesava 40 chili, lei che era alta 1,73 metri. "Quando mangiava - racconta la cugina Geise Strauss - era sempre pochissimo e poi scappava in bagno (a vomitare). E non le piaceva che le si dicesse di mangiare". Gli amici dicono che negli ultimi mesi di vita si nutriva soltanto di mele e pomodori. Ad agosto un'altra giovanissima indossatrice cade al suolo durante il cambio d'abito e muore. Luisel Ramos, 22 anni, una modella uruguaiana, è stata stroncata da un infarto mentre partecipava alla sua prima sfilata nel corso della Settimana della Moda di Montevideo. Due medici che si trovavano tra il pubblico sono accorsi immediatamente, ma i tentativi di rianimarla non sono serviti a nulla. Quando è arriva l'ambulanza la ragazza era deceduta in pochi minuti: arresto cardio-circolatorio. Dietro questa morte improvvisa c'è un fenomeno nascosto quanto pericoloso. "Il padre ci ha fatto sapere che la ragazza non mangiava da giorni", ha scritto il quotidiano spagnolo "El Pais". I media locali sottolineano come non sia la prima volta che una giovane bellezza uruguiana, pur di conquistare una sfilata in passerella, si sottoponga a regimi alimentari ai limiti dell'anoressia.

Victoria Beckham: le immagini di una magrissima Victoria Adams, moglie del capitano dell'Inghilterra, David Beckham, presente in tribuna insieme alle altre mogli e fidanzate dei giocatori della nazionale inglese per i Mondiali in Germania, hanno fatto il giro del mondo, suscitando particolare interesse nelle molte giovani afflitte da disordini alimentari. Secondo quanto riporta il quotidiano britannico 'Daily Mail', le "fan dell'anoressia" hanno eletto l'ex Spice-Girl a loro idolo. Nelle varie pagine internet e chat dedicate alle seguaci della magrezza assoluta, sono molti i commenti di ammirazione n ei confronti della signora Beckham e della sua linea. Dure però, le critiche da parte di chi cerca tutti i giorni di combattere i gravi disturbi provocati dal difficile rapporto con il cibo. "Le foto mostrano che è magra in maniera impressionante - afferma la dottoressa Dee Dawson, specialista londinese in disturbi dell'alimentazione - le si vedono tutte le costole . "Purtroppo un personaggio come Victoria Beckham è considerata un modello da molti giovani". La stessa Victoria aveva ammesso di aver avuto dei disturbi legati al cibo al tempo delle Spice-Girls, ma di aver poi superato il problema.

Keira Knightley: l'attrice inglese rigetta ogni illazione su una sua presunta anoressia, anche se le foto scattate durante la prima del film La maledizione della prima luna 2 parlano chiaro: magrezza impressionante che non collima affatto con l'immagine sana che l'attrice ha sempre offerto. Lei si schernisce affermando che nonna e bisnonna hanno sofferto della grave malattia e che lei non vuole certo seguire le loro (leggere) orme. Auguriamo a Keira una pronta guarigione, qualsiasi sia la malattia...

Kate Bosworth: il successo consuma anche l'esile figura del volto femminile del sequel di Superman e fidanzata storica di Orlando Bloom. Negli States hanno iniziato a malignare sulla sua salute a tal punto da arrivare a storpiare il cognome dell'attrice in Boneworth, ovvero "vale un osso". Intanto, lei, più che preoccuparsi del suo peso, si interessa del suo sguardo. Alla Prima di Tokio di "Superman The Return", infatti, ha indossato lenti a contatto bicolore, così da attirare l'attenzione dei presenti sui suoi occhi: uno azzurro, l'altro castano.

Nicole Richie: non pronuncia la parola anoressia. Ma Nicole Richie, figlia adottiva del cantante Lionel, ha finalmente preso atto del suo problema di disordine alimentare. "Sono troppo magra - ha detto l'ex amica 24enne di Paris Hilton - e non vorrei proprio che qualche ragazzina guardasse a me e mi prendesse come modello fisico". Così, pur limitandosi a dare la colpa allo stress, si è rivolta a psichiatra e nutrizionista.

Arianna David: l'ex Miss Italia non ha mai ammesso di soffrire d'anoressia ma alcune immagini della sua magrezza e i suoi bikini pelle e ossa all' "Isola dei famosi", fanno sospettare che la sua fosse una magrezza eccessiva, sintomo di disturbi alimentari

Mary Kate Olsen: la più giovane delle due gemelle Olsen, Mary Kate, venuta alla luce due minuti dopo Ashley, tempo fa è stata costretta al ricovero in un centro di riabilitazione per ragazze anoressiche. L'impero delle due teen-star Olsen comincia a scricchiolare, con querele e minacce di cause nei confronti dei giornali che osano negare disordini legati all'alimentazione, insinuando altresì una dipendenza di Mary Kate dalla cocaina

Christina Ricci: l'attrice di origini Italiane ha confessato all'edizione britannica della rivista "Elle" che la storia d'amore con l'attore Adam Goldberg l'ha aiutata a sconfiggere l'anoressia. La giovane star ha sofferto di problemi alimentari per molti anni, al punto che in un certo periodo pesava solamente 38 chilogrammi